Roma, 4 Marzo 2023 – Su iniziativa del Rotary Club di Roma lo straordinario evento ospitato giovedì scorso dalla Sala Capitolare presso il Senato della Repubblica a Roma. “Il Mediterraneo – osserva Eleonora Di Prisco nella sua relazione introduttiva al convegno – è il cuore di un unico Continente Afro Euro Asiatico: una pianura fluida, uno spazio fisico di interconnessione. Si pensi al recente terremoto in Siria e in Turchia, e all’immediata conseguenza di una allerta tsunami sulle coste italiane; siamo lontani, ma in realtà molto vicini. La natura e le sue leggi ci hanno riportato alla realtà delle cose. Anche la dimensione sempre più virtuale in cui siamo immersi è una pianura fluida, seppure composta non da acqua – quell’acqua in cui sono transitati dominando le avversità gli eroi erranti e resilienti del Mito come Enea e Ulisse –, ma una pianura fluida fatta di dati dove regnano gli algoritmi, Dei a noi ancora sconosciuti che pure iniziano a dettare le loro Leggi; anche sul piano geopolitico, ad esempio svincolando il concetto di Stato da quello di territorio. Ma se nel Mediterraneo, quantomeno sotto il profilo naturale, siamo fisicamente interconnessi, questo ci impone di vivere nella Relazione e ancora prima di costruire una Cultura della Relazione – e ciò vale a livello micro per i singoli individui, e vale a livello macro per le aziende, per le organizzazioni, per interi Paesi -, che presupponga la consapevolezza di una Interindipendenza, dove la
libertà (indipendenza) e il legame (inter) devono essere compresenti, e parimenti tutelati e promossi”. Prestigiosi i patrocini all’evento, quelli del ROTARY DISTRETTO 2080, del Ministero degli Affari Esteri, dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma, di ISMEO (International Association for Mediterranean and Oriental Studies) e della Biblioteca Casanatense. Il convegno ha preso il via dai saluti istituzionali di Alessandro Scaletti, Presidente del Rotary Club di Roma e del Governatore del Rotary Distretto 2080, Guido Franceschetti, portati da Francesco Baglio, che hanno illustrato i principi e le motivazioni rotariane che li hanno ispirati e, in particolare “world is changing and we must be ready to change” (Paul Harris 1935), motivazioni rafforzate anche dalla partecipazione di Sarah Tawfeeq Al Mansoor, secondo segretario della Ambasciata del Bahrain in Italia, che le ha condivise.
Una bussola per navigare – La Cultura della Relazione che, nel rispetto delle “unicità” valorizzi le “affinità”, è l’unica bussola per navigare oggi, da Oriente a Occidente e viceversa, nel nostro “piccolo Oceano”, come i moderni studiosi di geopolitica chiamano il Mediterraneo, a testimoniare la sua importanza e centralità nei futuri equilibri, che, necessariamente, includeranno anche i Paesi del Mediterraneo allargato, Paesi cioè del Nord Africa del Golfo ed altri preziosissimi interlocutori come la Turchia. E la centralità dell’Italia, non solo come dono geografico, ma anche come rinnovata vocazione e storica attitudine a formare i “Cittadini (e i Rotariani) del mondo di domani”. Un mondo popolato – è l’obiettivo ambizioso di questo e di altri momenti di lavoro del Rotary Club di Roma – da artigiani della cultura “Made in Italy”.
Donne, Arte, Cultura: mediatrici per vocazione – E chi più delle Donne si dimostra adatto a costruire ponti su “pianure fluide”? Donne come quelle che hanno portato il loro contributo a “Donne d’Arte dal Mediterraneo al Mediterraneo allargato”, un momento pensato in avvicinamento alle celebrazioni per la giornata internazionale dell’8 marzo, ma non in quella data. Perché, spiega Eleonora Di Prisco, Presidente della Commissione Azione Internazionale del Rotary Club di Roma e organizzatrice dell’evento, tutte le Relatrici condividono una sorta di una “road map”: un passaggio di testimone dalle Donne che hanno combattuto per le pari opportunità e con le quali adesso dobbiamo valorizzare le capacità e le eccellenze del mondo femminile, passando dalla fase della contestazione più radicale a quella della costruzione condivisa da protagoniste del mondo che verrà. Senza fare “passi del gambero”, per usare l’ammonizione fatta dal Cavaliere di Gran Croce Donna Rosanna Oliva de Conciliis (cognome materno usato da decenni con insistenza e orgoglio, ad alta voce esibito e sottolineato), laddove le lotte per le “pari opportunità” talvolta, di recente, si sono
purtroppo tradotte in lotte per “pari opportunismi” da chi se ne è fatto interprete, così come rimarcato da Cinzia Dato. Importante quindi, in questa dinamica internazionale in evoluzione con i ritmi quasi istantanei della realtà virtuale, il messaggio inviato da Lale Cander, impossibilitata a partecipare a causa del terremoto in Turchia dove sta coordinando una parte degli aiuti arrivati anche dall’Italia, ma che, anche da lontano, non ha rinunciato a far pervenire il suo messaggio di emozionata adesione di “donna musulmana”, ad altre donne che rappresentano eccellenze nella loro professionalità o esempi virtuosi nella loro vita, capaci di lavorare in squadra al servizio non di sé stesse, ma della società tutta. E l’Arte è un inizio, in questo percorso, quale particolare espressione della Cultura che può essere comunicata e condivisa come linguaggio intuitivo, emotivo, motivazionale che può rendere inutili le parole stesse ed è capace di abbattere la babele delle lingue: una sorta di “cemento a presa rapida”, base per edificazioni più complesse quali ad esempio quelle di tipo giuridico, così come auspicato da Eleonora Di Prisco in sedi istituzionali come la Corte Suprema di Cassazione, a cura di costituende Commissioni dell’Ordine degli Avvocati di Roma di cui fa parte.
Perché La Gorgona – Tra quelli presentati nell’esposizione che nello storico Chiostro dei Domenicani ha seguito il convegno – curata dalla storica dell’arte Nicoletta Rossotti – il dipinto de La Gorgona dalla collezione Entelechia di Michele Coppola è stato scelto come sintesi artistica dell’iniziativa. Immagine della bellezza per la devozione che rappresenta. Sacerdotessa, scelta dalla Dea Atena come simbolo di buon auspicio sul proprio scudo a indicare chi si impegna con ferma determinazione e convinzione per la vittoria. Entelechia poi è un termine aristotelico che significa il divenire di tutta l’umanità che trova corrispondenza alla propria natura: “tu sarai in futuro quello che è già dentro di te”. Otto gli Artisti in mostra: oltre a Michele Coppola, Brahim Achir, Simona Capuano, Nadjia Chekoufi, Amjed Rifaie, Marzela Szurkalo, Maria Luisa Del Giudice e Anna Addamiano.
Work in progress – Quelle offerte dalle Relatrici sono state in qualche caso testimonianze di un impegno tenace che parte da lontano, come per il Cavaliere di Gran Croce Donna Rosa Oliva detta Rosanna Oliva de Conciliis, grazie alla quale la Corte Costituzionale con la storica sentenza 33/’60 ha aperto le carriere della Pubblica Amministrazione alle donne, solo il primo passo di una vita dedicata all’uguaglianza, alla giustizia e alle lotte per una compiuta applicazione della nostra Carta Fondamentale; e un film in suo onore presto le renderà doveroso omaggio. In altri casi, spunti di lavoro: da Antonella Pagano un appassionato intervento sulla costruzione di un dinamico codex della Bellezza universale al femminile, da scriversi insieme tutte e tutti, il“Pulchritudinis Codex”. Se “la Bellezza salverà il mondo”, come si dice, è giusto indagare quale bellezza e una risposta potrebbe essere quella di una bellezza come manifestarsi e attuarsi del Bene. Molti ancora gli autorevoli contributi portati alla riflessione: da Alfonsina Russo, Direttrice del Parco Archeologico del Colosseo “Un mare di culture: il Mediterraneo e la via dell’incenso”; da Lucia Marchi, Direttrice della Biblioteca Casanatense cui il Senato, tramite il Chiostro dei Domenicani, è collegato da un passaggio aperto al pubblico una sola volta all’anno; da Simona Travaglini, “Islam, Moda e Made in Italy”, una sequenza ancora poco conosciuta e di avanguardia, ma davvero molto glamour se si guarda alle immagini da lei illustrate e alla sue interviste che l’hanno resa nota come una delle poche esperte in Italia: da Ethel Santacroce, “Il Mediterraneo allargato nella intuizione architettonica del marchese Ferdinando Panciatichi. Ximenes d’Aragona: il Castello di Sammezzano Alhambra Toscana”, una visione onirica, quella del Marchese mai stato in Oriente che ancora oggi può esserci da ispirazione; da Cinzia Dato, in veste di Professoressa di Sociologia delle Culture Interetniche con una memoria diretta di importanti progetti di legge presentati a sua firma in favore delle donne e fino a Marcela Szurkalo, con la sua performance video “Linea Mediterranea. Performance Art”, dove la linea nera e la linea rossa rappresentano l’uguale e il diverso e raccontano le possibilità di avvicinarci l’un l’altro proprio esprimendo le affinità nel rispetto delle unicità. Un invito – che è stato in sostanza il filo rosso dell’evento così fortemente voluto dal Rotary Club di Roma – ad immaginare una nuova storia, una nuova linea mediterranea allargata, che con diversi alfabeti muove dalla Turchia, si sposta verso la Mesopotamia e poi il Bahrein per andare attraverso il Mediterraneo anche oltre. Una nuova, originale, texture di popoli, uguali e diversi, con nuove parole che danno vita a nuovi pensieri e da lì a nuovi gesti di un futuro da costruire insieme, in un’unica dimensione umana. La più ampia possibile.
Ponti vs barriere – Il Presidente del Rotary Club di Roma, l’Architetto Alessandro Scaletti, ha chiuso il convegno – dopo un emozionato ringraziamento alle autorevoli Relatrici per l’altissimo livello degli interventi proposti e alle Artiste e agli Artisti per i messaggi di tolleranza, fraternità e pace espressi con maestria nelle pregevoli opere esposte nel Chiostro della Basilica di Santa Maria sopra Minerva –, sottolineando l’impegno dei Rotariani, con lo spirito di servizio che li caratterizza, ad operarsi per l’eliminazione delle barriere soprattutto culturali che ancora rappresentano, in alcune aree geografiche, il maggior ostacolo alla parità di genere, mettendo in discussione la libertà stessa delle donne. Donne per loro natura molto più dotate degli uomini nella costruzione di solidi ponti tra Oriente ed Occidente.