La giovinezza di Fadwa Tuqan è caratterizzata da profonda tristezza a causa della mancanza di affetto dei genitori essendo l’ultima arrivata di sei fratelli, figlia non voluta in una famiglia già numerosa ed estremamente tradizionalista; trovò viceversa sostegno e conforto in suo fratello Ibrahim, il più celebre poeta palestinese, attivo tra le due guerre mondiali.
Sotto la guida del fratello compose e pubblicò le prime opere con lo pseudonimo di Danarir.
Mio padre morì durante la guerra di Palestina nel 1948. Fu un dramma. Cominciai a scrivere poesia politica, istintivamente.
Nel 1952, come già ricordato nel precedente post, uscì a il Cairo la raccolta di poesie “Sola con i giorni”, pervasa dal senso di solitudine e tristezza che accompagnerà anche le opere successive.
Emblematico del suo ricorrente stato d’animo è quanto scrisse nell’opera “Dopo la catastrofe”:
“Trascorsi tutto il giorno a Gerusalemme con l’amico straniero. Condusse la vettura in strade che non conoscevo. Conversammo molto, facendo lunghi silenzi….
Mi chiese della mia vita e della mia giovinezza; gli raccontai della penosa repressione nella quale ero vissuta, di quanto ne avesse sofferto la mia femminilità….
Come potevano pretendere che scrivessi poesia politica mentre ero prigioniera di quattro mura? Da dove potevo trarre materia da questa poesia? Leggendo i giornali? …
Il poeta non può scrivere sulla vita e sul mondo che lo circonda prima di averne fatto la diretta conoscenza.
Fadwa Tuqan nella sua seconda raccolta di poesie “L’ho trovata” Beirut 1957 esprime la speranza di una vittoria dell’amore e dell’entusiasmo sulla disperazione e tristezza.
Pur non riuscendo ad arrivare alla felicità, la poetessa crede nell’amore come in una forza formidabile, capace di infrangere le mura delle prigioni e divellere porte e catenacci. Una forza che può spezzare le catene arrugginite dell’angoscia e della solitudine.
Nell’opera del 1960 “Dacci amore” è contenuta la corrispondenza poetica tra Fadwa e il poeta palestinese Kamal Nasir incarcerato in Giordania per le sue idee politiche.