Nazik è da tutti ritenuta la prima a infrangere la forma classica della poesia araba (Qasida), scrivendo versi liberi che fluiscono leggeri anche se non privi di regole, rinnovando così la poesia classica e dando un nuovo volto alla letteratura araba.
Ha pubblicato numerose antologie poetiche: la prima “L’amante della notte”, Baghdad 1947; seguirono “Scheggia e ceneri”, Baghdad 1949, “Profondità dell’onda” Beirut 1957, “L’albero della luna”, Beirut 1968.
Nazik Al-Mala’ika scrive nel 1962: “Il movimento della poesia libera araba ha avuto origine nel 1947, in Iraq. E dall’Iraq, anzi dal cuore di Baghdad, questo movimento si è diffuso estendendosi fino a sommergere l’intero mondo arabo e poi, a causa dell’estremizzazione di quanti vi hanno aderito, ha rischiato di trascinare via con sé tutte le altre forme della nostra poesia araba. E la prima poesia in versi liberi ad essere pubblicata, è stata la mia poesia intitolata “Il colera’”.
Con “Il colera”, in cui descrive in versi l’epidemia che ha sconvolto Egitto e Iraq nel 1947, Nazik al-Mala’ika compie due operazioni assolutamente sovversive per una donna: utilizza il verso libero innovando la tradizione, e e diventa storiografa, laddove la storiografia era sempre stata materia appannaggio degli uomini.